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TRANSPOTEC LOGITEC 2024: FIERA MILANO FULCRO DEL DIBATTITO PER IL TRASPORTO MERCI

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Vaccini anti-Covid: logistica in prima linea
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Piani di distribuzione, garanzie sul mantenimento della temperature, hub di stoccaggio, tracciabilità: per arrivare agli utenti i vaccini anti-Covid sono veicolati attraverso una rete logistica senza precedenti, che mette alla prova uomini e tecnologie. Ne abbiamo parlato con OITA, che lo scorso dicembre ha messo a disposizione del Commissario Arcuri un memorandum di raccomandazioni e consigli tecnici, pensati per favorire al massimo la cooperazione tra tutte le forze impegnate nella distribuzione.

Un carico delicato e prezioso è ciò che il vaccino anti-Covid - speranza per tutto il mondo dopo i mesi bui della pandemia - rappresenta per il mondo della logistica, oggi chiamato a una grande sfida. Agli operatori del settore si richiedono, infatti, risposte rapide e certe, dal punto di vista dei metodi utilizzati per il trasporto dei farmaci e, in particolare, dei prodotti che richiedono stoccaggio e trasporto a temperatura controllata.

Centinaia di milioni di dosi da rendere disponibili in tempi brevi in ogni stato dell’Unione Europea, con le modalità che ogni nazione ha previsto nel suo territorio, stanno mobilitando in modo massiccio le risorse logistiche già disponibili, ponendo le basi per la realizzazione di nuove reti fluide che siano in grado di muovere il vaccino dalle sedi delle case produttrici ai maggiori aeroporti e dagli hub aeroportuali in quelli ospedalieri in cui il farmaco sarà, alla fine, somministrato ai cittadini. 

In Italia, sono sostanzialmente due le linee di distribuzione messe in campo. Per la tipologia di vaccino più complessa, si tratta di mantenere le fiale a una temperatura costante di -80 gradi: per questo, sarà la stessa ditta produttrice a farsi carico del trasporto diretto a 300 ospedali, hub per la somministrazione ai cittadini. La maggior parte di questi ospedali è già equipaggiata per stoccare le fiale a temperatura controllata, in alcuni casi si ricorrerà alle tecnologie per la refrigerazione messe a disposizione dalla Protezione Civile.

Le altre tipologie di vaccino acquistate dal nostro Paese, che richiedono standard più comuni rispetto alla temperatura controllata da rispettare, saranno, invece, gestite attraverso l’hub di Pratica di Mare, dove le dosi atterreranno per poter poi essere distribuite verso 1500 hub ospedalieri sul territorio nazionale, che si occuperanno della conservazione e della somministrazione ai cittadini. A scortare i mezzi che trasportano i vaccini via terra verso questi nodi penseranno, almeno in un primo tempo, le Forze Armate, al fine di garantire l’avvio delle operazioni nella massima sicurezza.

L’eccezionalità della situazione non soltanto rimette al centro il ruolo della logistica e del trasporto a temperatura controllata, ma dimostra come sia necessario che tutti gli operatori “parlino la stessa lingua” e siano pronti a lavorare in una situazione senza precedenti: per questo, anche la Divisione Farmaci di OITA, l’Osservatorio sul trasporto a Temperatura Controllata degli Alimenti, lo scorso dicembre ha messo a disposizione della struttura guidata dal Commissario Straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri un memorandum di raccomandazioni e consigli tecnici, pensati per favorire al massimo la cooperazione tra tutte le forze impegnate nelle operazioni di distribuzione del vaccino.

Il panel multidisciplinare radunato dall’Osservatorio di esperti ha segnalato infatti alcuni punti critici che, se non risolti, potrebbero compromettere il raggiungimento dell’immunità di gregge dell’intera popolazione italiana entro il prossimo autunno, ma soprattutto ha definito l’approccio complessivo atto a prevenirli esuperarli e ne ha ricavato soluzioni di pratica ed immediata applicazione.

Il documento contiene quasi 40 raccomandazioni e suggerimenti, tutti derivanti da una filosofia analitica e progettuale di fondo: la Campagna Vaccinale anti-Covid di massa è un’intrapresa che può essere portata avanti con successo solo con un approccio industriale, applicando le logiche produttive e logistiche più avanzate dell’industria manifatturiera.

Al centro del processo è la somministrazione, vista come la “fabbrica” delle vaccinazioni, che deve funzionare con la massima efficienza. Essa deve essere alimentata senza interruzioni da tre catene di approvvigionamento, vaccini, vaccinandi e vaccinatori. Solo adottando questo modello i rischi di non raggiungere tutti i candidati alla vaccinazione o ritardi inaccettabili nella immunità della popolazione possono essere evitati con ragionevole certezza.

Tra le principali raccomandazioni poste all’attenzione del Commissario Arcuri:

-        Massima semplificazione dell’interazione utente, sia dal punto di vista delle dotazioni hardware e software necessari lato utente che della complessità dell’interfaccia, nel processo di prenotazione: deve essere sufficiente un browser web, un indirizzo di posta elettronica e la capacità di ricevere SMS

-        Ogni alimentazione di dati da e verso altri sistemi informativi deve avvenire in modo asincrono rispetto alle operazioni legate alla somministrazione, eccetto casi circoscritti e legati alla logistica dei vaccini e delle attrezzature

-        Le operazioni di somministrazione di ogni categoria di vaccini devono essere simulate in anticipo per rilevare i tempi e le procedure più efficienti, e sulla base dei risultati calcolato il dimensionamento delle risorse umane necessarie

-        Deve essere rivolta particolare attenzione al dimensionamento delle risorse e le modalità di vaccinazione nelle RSA, a domicilio e in località periferiche e disagiate (circa 20% della popolazione da raggiungere secondo i calcoli di OITAf)

-        Deve essere posta attenzione al reperimento, conduzione, gestione e manutenzione delle Unità Mobili previste per le necessità di vaccinazione di cui al punto precedente

-        Il vaccino Moderna, che vede crescere la sua importanza a seguito del ritardi di altre alternative, è comunque un preparato che va movimentato e trasportato in stato di congelamento: la sua logistica tra l’hub centrale e quelli regionali e di ultimo miglio deve ricevere attenzione pari a quella del vaccino Pfizer/BioNtec

-        La logistica inversa della raccolta e smaltimento dei rifiuti speciali generati a seguito delle somministrazioni in spazi non ospedalieri o medici deve essere gestita centralmente

-        I centri di vaccinazione di tipo walk-in devono essere realizzati il più possibile in strutture esistenti anche non sanitarie, come negli altri Paesi europei, dotate da subito della maggior parte delle dotazioni strumentali di base necessarie; in caso di strutture create ad-hoc, la migliore soluzione è costituita da ospedali da campo realizzate dalla Croce Rossa, dalle Forze Armate o realizzate da privati sulla stessa falsariga.